VR for HR: elevare le prestazioni attraverso un’esperienza immersiva

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Inizialmente chi non conosce la Virtual Reality e ha remore nel provarla difende l’istinto primitivo di non volersi mettere in difficoltà, non rinunciare alla solita, comoda realtà dentro la propria caverna. Esattamente come avviene nei viaggi che, appunto, cambiano la nostra realtà quotidiana eccitandoci e facendoci sentire liberi ma che creano sempre tensioni e agitazioni pre-partenza verso l’ignoto. Poi invece, arrivati a destinazione ed entrati in una nuova realtà, ci dimentichiamo di tutto e ci concentriamo sulla nuova esperienza. Lo stesso accade per la VR: provata l’esperienza se ne capiscono subito i valori, le potenzialità, i vantaggi. La sensazione che ho provato io, dopo uno stupore generale, è di poter parlare altri linguaggi, di accrescere incredibilmente la mia voglia di scoprire, di imparare entrando anche in altri luoghi e dimensioni.

da “Realtà virtuale e realtà aumentata. Nuovi media per nuovi scenari di Business”, Lorenzo Montagna

Il mondo HR ruota attorno a una sfida: scovare, motivare e gratificare i talenti. Sembra un compito semplice. Ma l’apparenza inganna. Cosa c’è di più complesso che essere responsabili del benessere di una persona? Della sua crescita? Del suo inserimento nel contesto lavorativo e della sua formazione continua? 

Eppure, nulla regala soddisfazioni quanto l’aiutare un altro essere umano a trovare l’impiego giusto. Almeno secondo Michela Lombardi, Recruiter per BHR. Una voce cui fa seguito un nutrito coro di assensi. Dopotutto, se lo chiedete a chi lavora in questo settore per passione, la risposta sarà più o meno sempre la stessa. Fare HR è un impegno, ma anche una gioia.

E le gioie non finiscono qui. A dare un bel cambio di passo al panorama HR arriva un’alleata preziosa. Signore e signori, date un caloroso benvenuto a lei: l’unica e sola VR (Virtual Reality)

Una tecnologia che – applicata alle risorse umane – promette di creare nuovi scenari di apprendimento, più stimolanti e coinvolgenti. Di aumentare l’engagement dei fruitori, di tenere alto il morale e, perché no, di colorare la vita degli HR. 

Volete un’altra buona notizia? Noi di BHR l’abbiamo testata e confermiamo che la VR mantiene le sue promesse! 

Cos’è la VR?

La realtà virtuale offre un’esperienza di formazione trasformativa perché immerge i discenti in situazioni del mondo reale e consente loro di esercitare le competenze trasversali in un ambiente sicuro […] In VR, i discenti sperimentano un fenomeno chiamato “presenza”, in cui il cervello tratta l’esperienza VR nello stesso modo in cui tratterebbe la vita reale. Ciò è dovuto alla completa immersione in ambienti virtuali che riflettono quelli che sperimenteranno sul lavoro. Le caratteristiche ambientali del mondo reale vengono replicate nell’ambiente VR, il che significa che le competenze apprese in VR sono più memorabili e autentiche. I discenti abbandonano l’apprendimento immersivo sentendosi come se avessero già sperimentato le situazioni.

da “The Ultimate Guide for immersive Learning”, STRIVR

La Virtual Reality, Realtà Virtuale o VR, è – prendendo in prestito la definizione di Robotiko.it – una realtà simulata. Un ambiente tridimensionale costruito al computer che può essere esplorato e con cui è possibile interagire usando dispositivi informatici – visori, guanti, auricolari – che proiettano chi li indossa in uno scenario così realistico da sembrare vero.

In altre parole, la VR ci permette di vivere un’esperienza in un ambiente completamente digitale. Indossato il visore, perdiamo la percezione del mondo reale, che viene “rimpiazzato” da quello virtuale. Un mondo, quest’ultimo, che accoglie il visitatore permettendogli di esplorare, agire ed emozionarsi.

La VR si differenzia dalle sue cugine AR e MR, proprio per questa sua estraneità al mondo reale. Procediamo per gradi e diamo qualche altra definizione:

L’AR (Augmented Reality, Realtà Aumentata) è il risultato della sovrapposizione di informazioni digitali al mondo reale. In questo caso, il mondo reale è il centro dell’esperienza e viene arricchito con dettagli virtuali. È ciò che accade, per esempio, quando inquadriamo una locandina “aumentata” con lo smartphone e vediamo le immagini che la compongono animarsi sullo schermo del nostro device. Senza la locandina, l’esperienza perderebbe valore. Il mondo è necessario all’AR.

La MR (Mixed Reality, Realtà Mista), invece, è ciò con cui abbiamo a che fare quando reale e virtuale si fondono. Anche in questo caso il mondo reale è fondamentale per l’esperienza. La grande differenza, rispetto a quanto visto sopra, è che la MR permette di interagire con entrambi gli ambienti a nostra disposizione: l’ambiente fisico e quello virtuale. Un esempio di MR sono le Microsoft HoloLens, occhiali che permettono di vedere contemporaneamente gli oggetti reali presenti nel nostro campo visivo, e gli ologrammi loro collegati. Immaginate di aver appena comprato un tavolino da un famoso mobilificio svedese, rigorosamente smontato. Tutti i pezzi sono ben allineati davanti ai vostri occhi. Il manuale è chiaro. Però… C’è quella vite spaiata che proprio non ve la racconta giusta. Non vi piacerebbe sapere dove dovrebbe andare semplicemente indicandola? Con la MR è possibile. L’ologramma della vite vi mostrerà passo passo dove collocarla. 

Interessante, vero? Ma torniamo a noi, in questa sede ci interessa la VR. Esatto, quella con il visore.

Come unire VR e HR?

Le aree di applicazione della VR sono potenzialmente infinite.

  • Recruitment? Perché no.
  • Formazione? Di sicuro. 
  • Allenamento alla vendita? Ancora meglio.

Tra lockdown e isolamento, dare ai candidati la possibilità di vivere l’ambiente di lavoro può essere la chiave di volta di una selezione vincente. Ecco dunque che in questo particolare periodo storico l’esperienza immersiva e coinvolgente che la VR offre diventa non solo simpatica, ma strategica. 

Chi scrive ne è testimone. Caso vuole che io faccia parte di quella generazione che si è affacciata al mondo del lavoro proprio mentre esplodeva la pandemia del 2020. Un po’ meno il caso e un po’ più Giulia Borgherese, invece, vuole che BHR in quei mesi stesse sperimentando le potenzialità della VR, lato HR. Il mix delle due cose ha fatto sì che io abbia potuto incontrare i miei colleghi prima su VRChat e solo in seguito di persona. Un onboarding unico! Che unisce all’emozione di scoprire un mondo nuovo, quella di incontrare un bellissimo team di umani.

E che dire dei vantaggi ulteriori? Familiarizzare con l’edificio e pregustare l’effetto della presenza, a distanza, permette di entrare in ufficio più sicuri, più pronti, sentendosi parte della squadra già dal primo giorno. 

L’ambito di applicazione più stimolante della VR resta però la formazione. Passare da un training tradizionale all’immersive learning ha qualcosa di magico. Potente. Rivoluzionario.

La pratica in VR porta a veri cambiamenti comportamentali nel mondo reale. Il learning by doing (ossia l’imparare facendo, con il visore) accelera i tempi di apprendimento. Le sessioni si accorciano, e nel mentre si raccolgono dati e approfondimenti unici.

La formazione fatta in VR è tracciabile, misurabile, addirittura ‘filmabile’ dal punto di vista esatto del partecipante al corso. Questo, consente di guidare l’allievo e di monitorare in tempo reale, registrare ed elaborare le performance […] Insomma avere visione di KPI immediati e certi anche da remoto, di come il personale si applichi ai corsi e potere evidenziare i propri errori o punti di forza penso sia un asset di grande valore.

da “Realtà virtuale e realtà aumentata. Nuovi media per nuovi scenari di Business”, Lorenzo Montagna

Per quanto riguarda il coinvolgimento di corpo e mente, l’esperienza in VR non ha rivali. Le interazioni virtuali, imitando quelle del mondo fisico, attivano gli stessi percorsi neurali nel cervello. Ogni decisione ha una conseguenza tangibile e le risposte emotive che ne derivano sono forti. 

Learning by doing, decision making e real emotional response sono solo alcuni dei principi dell’apprendimento cognitivo che la VR è in grado di sfruttare. Dal lato umano, questa tecnologia insegna a non aver paura degli errori. Fornisce un ambiente sicuro, in cui si ha la possibilità di fare pratica senza temere conseguenze. 

Una palestra, in cui allenare le abilità più disparate.

La VR Experience by BHR

Proprio in un’ottica di allenamento si inserisce il nostro Virtual Network Express Contest, ossia la VR Experience targata BHR. Un vero e proprio addestramento alla vendita in VR. 

Progettata per Business Unit e Service Team specializzati in service to sale, la nostra esperienza VR permette di rafforzare la capacità di vendita e aumentare il tasso di conversione dei clienti. 

Cinque location virtuali. Cinque sfide reali. 

Per superare ciascun livello è necessario mettere in campo varie abilità e competenze. L’obiettivo è convincere diverse tipologie di clienti, mettendosi alla prova e migliorando le proprie strategie di vendita. 

La valutazione di ogni prestazione permette di raccogliere insight unici, per poi mettere in atto strategie migliorative mirate e puntuali. Fornendo al contempo ai partecipanti una nuova consapevolezza

Questo è per noi di BHR il primo passo nel mondo della VR. L’inizio di una collaborazione da cui ci aspettiamo tanto. Siamo pronti ad aprire nuove porte, esplorare territori ignoti. Aprire la mente al futuro. 

Noi siamo a bordo. Partiamo?

Eleonora Medica